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  • Matilde Fiesoli

Padiglione Hage

Questo articolo è tratto da una ricerca di gruppo svolta per il Laboratorio di Progettazione dell'Architettura III del professore Michelangelo Pivetta all'Università degli Studi di Firenze.


Collaboratori del LPA: Giacomo Razzolini, Mattia Baldini, Mikhail Fabiani, Lapo Fuochi,

Pier Paolo Lagani, Laura Mucciolo, Vanni Renzini, Anna Chiara Zei


Autrici: Artjola Gjoni, Matilde Fiesoli

 

La genesi di una nuova comunità

Hage si tratta di un progetto realizzato dallo studio Brendeland & Kristoffersen arkitekter, fondato dagli architetti norvegesi Geir Brendeland e Olav Kristoffersen, in collaborazione con gli ingegneri strutturali Price & Myers. Il padiglione è situato nella contea svedese Skåne, che si trova a nord-est rispetto alla città medievale di Lund. Questo territorio è uno dei più fertili del paese ed è posseduto per la maggior parte dalla Cattedrale di Lund, la quale ha deciso di intraprendere un percorso di sviluppo del territorio. Hage è appunto il primo risultato del programma Råängen, che ha l’obiettivo di costruire un nuovo quartiere partendo dalla realizzazione del suo spazio sociale. Il progetto può essere concepito sia come uno spazio a breve termine (per eventi e workshop) ma anche come uno spazio urbano a lungo termine, diventando poi in futuro il centro del nuovo quartiere.

Isometria dal basso del progetto

Questa struttura assume la sua funzione grazie proprio alle persone che usufruiscono di questo spazio. Hage ha una forma quadrata con lato di 40 m. È infatti costituito da tre muri alti 2,20 m, realizzati utilizzando 48.000 mattoni riciclati da una fabbrica di marmellata del posto, che racchiudono all’interno un giardino. I mattoni utilizzati sono tutti diversi tra loro sia per colore che per forma e l’individualità di ogni singolo elemento va poi a costituire un insieme nella sua totalità. Questa concezione può essere ritrovata anche nell’uomo, in quanto proveniamo da contesti e culture differenti, abbiamo vissuto esperienze diverse, ma insieme creiamo una nuova comunità. Il recinto, inoltre, non ha una funzione difensiva, in quanto si tratta di un giardino pubblico e quindi di un luogo di condivisione e di un bene a disposizione della comunità locale. Il quarto lato del giardino recintato è invece costituito da una copertura in acciaio corten di dimensioni 43,20 x 7,20 m. Al di sotto della copertura sono posizionate due panche e un tavolo, il quale è sorretto da due pietre provenienti da una cava locale. La copertura è costituita da una struttura reticolare realizzata utilizzando 20.000 rivetti. La tecnica realizzativa utilizzata riprende quella artigianale della Torre Eiffel, dove i singoli elementi vengono battuti.

Elaborazione grafica a cura delle autrici

L’idea di questo giardino rimanda a dei motivi biblici, in particolare al giardino dell’Eden che nella Genesi è considerato come un luogo sacro e protetto, simbolo della creazione dell’umanità. L’uomo ha infatti considerato da sempre il giardino come un luogo di tranquillità e di meditazione, ma anche di relazione e interazione. Questo progetto si fonda quindi su una visione di pace tra uomo e natura, concetto che possiamo individuare anche nei giardini zen giapponesi. Infatti, nei giardini tipici della loro cultura ritroviamo sempre i quattro elementi fondamentali, ovvero l’acqua, le piante, le rocce e la sabbia, che appunto ritroviamo anche in Hage. Questi elementi trovano una loro rappresentazione simbolica, infatti l’acqua è rappresentata dalla presenza della ghiaia. Il giardino è poi delimitato da mura che permettono la meditazione.


Il giardino recintato ha origine dalla cultura medievale che viene definito hortus conclusus e consiste in una zona di piccole dimensioni e cinta da mura, all’interno del quale venivano coltivate piante e alberi. L’hortus conlusus era ritenuto, in senso metaforico, il giardino dello spirito, mentre le mura rappresentavano il confine tra il dentro e il fuori dell’essere umano. L’uomo ha sempre vissuto a stretto contatto con la natura, creando un rapporto che con il tempo si è modificato.


Un altro elemento che separa “l’interno dall’esterno” in questo progetto è la copertura in acciaio, la quale può assumere la funzione di “soglia”, ovvero un elemento di passaggio che mette in comunicazione e in relazione il “dentro” e il “fuori”. La soglia è un elemento costitutivo dell’architettura che può rappresentare sia un limite di divisione ma anche di unione tra due ambienti, e fare in modo che lo spazio esterno dia la sensazione di quello interno e viceversa. La copertura va quindi a delimitare uno spazio sottostante che può essere a tutti gli effetti abitato.

Fotografie del modello di Vanni Renzini (@vannirenzini)

Riferimenti

Siti web:

  • Bassanelli, Michela. “Post-Domestico e in-between Verso Una Nuova Idea Di Abitare.” Espazium, 19 Aug. 2021, https://www.espazium.ch/it/attualita/post-domestico-e-between.

  • Codarin, Sara. “La Soglia Come Elemento Ordinatore Negli Spazi Urbani.” Urban Experience, 26 Jan. 2014, https://www.urbanexperience.it/la-soglia-come-elemento-ordinatore-negli-spazi-urbani/.

  • “Hage: Article One • Råängen.” Råängen, https://raangen.se/en/commissions/hage-article-one/.

  • “Il Valore Della Soglia.” Gian Luca Zoli Architetto, http://www.gianlucazoli.it/abitare/la-soglia/.

  • “Jes Fernie ☰.” Jes Fernie: Curator & Writer, http://www.jesfernie.com/index.php/project/raaengen.

  • Olav Kristoffersen - Polimi.it. http://www.miaw.polimi.it/wp-content/uploads/2017/03/Olav-Kristoffersen-by-Anna-Loch.pdf.

  • “A Recycled Wall with Bricks from a Jam Factory. Hage by Brendeland & Kristoffersen.” A Recycled Wall with Bricks from a Jam Factory. Hage by Brendeland & Kristoffersen | The Strength of Architecture | From 1998, https://www.metalocus.es/en/news/a-recycled-wall-bricks-a-jam-factory-hage-brendeland-kristoffersen.

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